Gulliver

Correva il XX secolo quando un giovane di belle speranze (si fa per dire) alle prese con le scuole superiori, si ritrovò in mano una copia di Gulliver, leggendario mensile di viaggi targato DeAgostini-Rizzoli. Folgorato sulla via di Damasco – anche se oggi da quella parti va più di moda il termine “bombardato” -, la sua vita non fu più la stessa e aspirò per tutto il decennio successivo a diventare fotogiornalista di viaggio.

Terminata l’Università riuscì miracolosamente nell’impresa, e da 15 anni si aggira per il pianeta con fare sospetto, taccuini sgualciti e fotocamere ammaccate nello zaino. Gulliver, nel frattempo, dopo aver deciso che in fondo trasformare il più bel mensile di turismo in un nonsense tra il viaggi e moda sarebbe stata un’idea meravigliosa, chiuse bottega. Ma in fondo il primo amore non si scorda mai, e quando l’ex giovane di belle speranze decise di aprire il proprio blog semiserio, non trovò di meglio che chiamarlo Gulliver.

L’intento di questa pazzia è presto detto: solo una parte di tutto ciò che vedo e ascolto nel mezzo del cammin di nostra vita, finisce imprigionato tra le pagine di giornale, il resto rimane nei suddetti taccuni o nei gracchianti hard disk. “Peccato!”, mi sono ripetuto un numero indefinibile di volte. E così eccomi qui, a raccontare storie che probabilmente nessuno mai pubblicherebbe, ma anche a fornire qualche dritta a chi è in procinto di partire, o a segnalare cose, luoghi e persone che ritengo degne di nota. Ma Gulliver non è solo Andrea Forlani, perché solisti è bello, ma una band è anche meglio. E di viaggiatori coi fiocchi ce ne sono eccome. Avrò il piacere di ospitarne alcuni su queste pagine, e sinceramente non vedo l’ora.

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